Arancini
Arancini
L’arancino nasce in Sicilia tra il IV e l’XI secolo. L’origine di questa pietanza, come tutte quelle a base di riso nell’Italia meridionale, è da collocare durante la dominazione araba. Gli arabi avevano infatti l’abitudine di appallottolare un po’ di riso con dello zafferano nel palmo della mano, per poi condirlo con l’aggiunta di carne di agnello. Era una sorta di timballo, inventato dall’emiro Ibn al Thumma. Non venivano panati ma si gustavano appallottolati nel palmo di una mano. Il vero arancino come lo conosciamo oggi noi, invece, lo dobbiamo all’intuizione dell’imperatore Federico II di Svevia. Alla corte dell’Imperatore, infatti, venne con ogni probabilità sperimentata questa tecnica fondamentale di panatura e frittura che ne garantiva croccantezza e conservazione per una migliore asportabilità.
E fu così che gli arancini fecero parte del take away di una corte sempre itinerante e di un esercito che era costretto a lunghe percorrenze.
Lo Stupor Mundi, ghiotto di riso, avrebbe finalmente potuto consumare gli arancini durante le sue famose battute di caccia col falcone.
Il poliedrico Federico aveva inventato lo street food! Gli interessi di Federico di Svevia spaziavano in tutti i campi dello scibile umano, non ultimo quello dell’arte culinaria. E poiché egli era il maestro dell’arte di cacciare con i falconi addestrati alla falconeria, la cacciagione per le tavole imperiali era da egli medesimo controllata. La carne doveva essere rigorosamente fresca. Un imperatore anche chef di rango imperiale al quale viene attribuito l’arancino come lo conosciamo oggi, croccante e perfetto da gustare in ogni momento, rigorosamente con le mani ed in ogni situazione, anche passeggiando, anche fuori casa!
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